terça-feira, 5 de maio de 2009

La strage di Bologna

Strage alla Stazione di BolognaSono passati quasi trent'anni, ma la Strage di Bologna ha lasciato un segno nella storia del terrorismo in Italia. Alle 10:25 del 2 agosto 1980 crollava l'intera ala ovest della Stazione Centrale di Bologna investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso che si trovava al primo binario e il parcheggio dei taxi antistante.


La bomba di 23kg si trovava in una valigetta sotto un muro portante della stazione, con lo scopo di aumentare l'effetto. E questo fu devastante, la detonazione si udì nel raggio di molti chilometri e il bilancio finale secondo l'Associazione tra i Familiari delle Vittime della strage alla Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 fu di 85 morti e 200 feriti.


Subito dopo l'attentato, il governo presieduto da Francesco Cossiga, e le forze di polizia attribuirono lo scoppio all'esplosione di una caldaia nel sotterraneo della stazione. Ma nello stesso pomeriggio, quando il presidente della Repubblica Sandro Pertini arriva a Bologna, era già stato trovato il cratere provocato da una bomba. Lo scoppio della caldaia fu soltanto uno dei tanti depistaggi di questa vicenda.


Il più gravi è stato quello organizzato da alcuni vertici del SISMI (sostituito dall'AISE nel 2007). Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte fecero porre sul rapido Taranto-Milano, una valigia piena di esplosivo, dello stesso tipo che fece esplodere la stazione, con al suo interno oggetti personali di due estremisti di destra. Dopodiché, Musumeci produsse il dossier fasullo "Terrore sui treni", in cui riportava gli intenti dei due terroristi internazionali, tutto con l'unico scopo di far chiudere le indagini.


Strage alla Stazione di BolognaIl processo è lento e faticoso, dopo una complicata e discussa vicenda politica e giudiziaria, e grazie alla pressione civile dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 si giunse ad una sentenza definitiva di Cassazione il 23 novembre 1995: vennero condannati all'ergastolo i neofascisti dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l'ex capo della loggia massonica Propaganda Due (P2) Licio Gelli, l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del SISMI Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.


Il 9 giugno 2000 la Corte d'Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: nove anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007. Anche lui continua a dichiararsi innocente. Eventuali mandanti della strage non sono mai stati scoperti.


A causa del protrarsi negli anni delle vicende giudiziarie e dei numerosi comprovati depistaggi, intorno ai veri esecutori e ai mandanti dell'attentato si sono sempre sviluppate numerose ipotesi e strumentalizzazioni politiche divergenti dai fatti processuali che hanno portato alle condanne definitive dei presunti esecutori materiali della strage.


Una delle ipotezzi è un coinvolgimento palestinese (a mano del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e del gruppo Separat) sostenuto da Francesco Cossiga. Lui si dichiara convinto dell'innocenza di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti. Altra ipotezzi arriva dal terrorista rosso Ilic Ramirez Sanchez che sostiene che la comissione Mitrokhin cerca di falsificare la storia e che l'attentato a Bologna è opera della CIA e Mossad, con l'obbiettivo di punire l'Italia per i suoi rapporti stretti con l'OLP.


Guarda il video della puntata di "Blu Notte" sulla strage di Bologna

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