quarta-feira, 6 de maio de 2009

Rassegna Stampa - Il Manifesto

Articolo: "Ecomostri a Nord Est" del giornale Il Manifesto del 5 Maggio (p.15), di Sebastiano Canetta ed Ernesto Milanesi.


Rispetto agli altri tre articoli analizzati (vedi post precedenti), l'articolo di Canetta e Milanesi si distingue per un linguaggio molto espressivo ed informale che fa emergere una presa di posizione ben precisa. Gli «Ecomostri», «l'ultima evoluzione del cannibalismo immobiliare», «mostruosità urbanistica» denominano i progetti di vasta espansione territoriale che «alimentano la bulimia del "modello veneto"» e rappresentano una «crescita che il Veneto spaccia per sviluppo» (citazione leggermente modificata al fine di dare correttezza grammaticale). Sono le espressioni di un «saccheggio senza fine» e «simboli di un incubo». Questo stile di scrittura compromette la credibilità dei giornalisti e delle informazioni che presentano al lettore.


Tutto l'articolo si presenta in un linguaggio ironico e metaforico, caratteristica editoriale del giornale. Tuttavia, molti dei dati presentati non vengono riportati le fonti di informazione, fatto che dovrebbe essere evitato nel giornalismo d'informazione.


Leggi l'articolo completo

Rassegna Stampa - L'Adige

Articolo: "Andreatta stravince insieme al suo Pd" del giornale L'Adige del 5 Maggio 2009 (p.3), di Luisa Maria Patruno


L'articolo presenta delle espressioni, vocabili, uso di aggettivi e parole soggettive. Ad esempio, troviamo già nel titolo la parola «stravince» che fa apparire il candidato a sindaco di Trento come qualcuno di veramente forte e che nessuno è mai riuscito a raggiungere tale risultato alle elezioni.


Tuttavia, nel corpo dell'articolo troviamo un uso di parole che svalutano il candidato Andreatta prima delle elezioni. Nel primo paragrafo viene descritto come una persona «senza carisma, senza personalità, una mezza figura». Andreatta ha vinto le elezioni e diventerà il nuovo sindaco di Trento e l'uso di queste parole lo fanno sembrare uno che ha vinto, stravinto senza che ciò fosse mai accaduto, mentre se confrontiamo le percentuali il vecchio sindaco Pacher aveva vinto con una percentuale del 64,33%, mentre Andreatta con un 64,42% con una differenza soltanto del 0,09%, veramente poco rilevante rispetto a come viene descritta la sua vittoria.


L'espressione «fanno la parte dei leoni» usata nei confronti dei partiti Pd e Upt rappresenta questi con un'immagine molto forte. Anche l'espressione «pesantissima sconfitta» poteva essere evitata riportando i numeri e lasciando al lettore il giudizio.


Come ultima osservazione, la giornalista che ha scritto l'articolo è del partito Unione per il Trentino (Upt), una questione deontologica delicata che può comprometere la credibilità del pezzo.


Leggi l'articolo completo (pdf)

Rassegna Stampa - Il Sole 24 Ore

Articolo: "«La crisi c'è, ma la caduta è finita»" del giornale Il Sole 24 Ore, del 5 Maggio 2009 (p.7), di Adriana Cerretelli (inviata a Bruxelles)


L'articolo è stato sottoposto a due tipi di analisi: contenutistica e discorsiva. Nella prima parte ci siamo limitate a individuare le parole o espressioni scelte dalla giornalista per dare la notizia delle previsioni della UE sulla situazione economica italiana.


Per quanto riguarda il linguaggio, l'articolo mantiene la linea editoriale del giornale, con un linguaggio formale e l'utilizzo di molti numeri del bilancio economico. Tuttavia, abbiamo individuato alcune parole che prese isolatamente potrebbero non aver altre connotazioni, ma nell'ambito della tematica trattata e nella impostazione della notizia si sono presentati in alcuni casi con un doppio senso, oppure con una connotazione negativa o dispregiativa:



  • illusioni presto perdute

  • eurolandia

  • rovinosamente

  • desolante

  • non ride ma, non sta peggio (Italia)

  • gelata

  • asset tossici

  • schizzato

  • gonfiato


L'analisi del discorso può essere fatta in diversi modi. Il nostro obbiettivo non è essere esaustive nella "decomposizione" dei pezzi dell'articolo, ma fornire cenni per la riflessione su come è stata fatta la notizia. Partiamo dalla scelta del titolo dove il giornale o giornalista (per questa analisi possiamo considerare indifferente) ha scelto di non prendere posizione, cioè, ha riportato nel titolo una citazione diretta del commissario Ue Joaquin Almunia. Un titolo sicuramente rassicurante per il pubblico target del giornale.


L'apertura dell'articolo presenta un quadro molto allarmante della crisi, con tanto di «illusioni presto perdute» e «rovinosamente» misurato. E continua così nel secondo e terzo paragrafo. Il secondo paragrafo presenta un riassunto testuale dei numeri riportati nel corpo dell'articolo. Le valutazione economiche assumono una visione etnocentrica, non omettendo il fatto che l'Italia sia in crisi, ma usando sempre i paragoni con gli altri paesi in situazione peggiore.


La posizione editoriale del giornale Il Sole 24 Ore è molto evidente nelle scelte giornalistiche fatte dalla inviata a Bruxelles, con testi ripieni di informazioni numeriche, ma comunque cercando di tranquillizzare gli imprenditori sulla crisi in Italia. L'articolo si chiude con le parole ottimiste del ministro Tremonti e del commissario Ue Joaquin Almunia, rinforzando i dati presentanti.


«Ci riconosciamo nei numeri europei e apprezziamo le parole di elogio per l'opera del Governo». Ministro Giulio Tremonti

Leggi l'articolo completo

Rassegna Stampa - Corriere della Sera

Articolo: "Pil italiano giù del 4,4%, allarme occupazione" del giornale Corriere della Sera del 5 Maggio (p.5), di Luigi Offedu.


Per quanto riguarda il titolo, probabilmente per ragioni di spazio, l'autore ha preferito la combinazione "allarme occupazione" a "allarme disoccupazione", scelta che cerca inoltre di tranquillizzare il lettore minimizzando la gravità della situazione. Anche il confronto con la situazione europea che segue subito dopo cerca di alleggerire i fatti.


Su livello prettamente linguistico la nostra analisi non ha riscontrato molte espressioni tendenziose, esempi sono «un tuffo nel buio, che a metà concede un guizzo di luce» per descrivere le previsioni economiche, «tuffi mozzafiato» per figurare il calo del prodotto interno lordo nei paesi europei, «conti pubblici sempre più malandati».


Su livello contenutistico però la formalità s'affievolisce, l'autore presenta una visione eccessivamente ottimista. Inoltre una delle tre grafiche contenute nell'articolo si presenta deviante, perchè non coerente all'interno. È possibile anche lì identificare una volontà di sminuire la gravità della crisi economica, evidenziando la situazione grave di altri paesi, in questo caso la Francia che nel 2010 sembra aver un calo del PIL ancora maggiore (mentre le previsioni parlano di un miglioramento di 2.2%). L'Italia invece sembra che avrà un PIL di 1%, mentre ne è previsto uno di soli 0,1%.


Leggi l'articolo completo

terça-feira, 5 de maio de 2009

La strage di Bologna

Strage alla Stazione di BolognaSono passati quasi trent'anni, ma la Strage di Bologna ha lasciato un segno nella storia del terrorismo in Italia. Alle 10:25 del 2 agosto 1980 crollava l'intera ala ovest della Stazione Centrale di Bologna investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso che si trovava al primo binario e il parcheggio dei taxi antistante.


La bomba di 23kg si trovava in una valigetta sotto un muro portante della stazione, con lo scopo di aumentare l'effetto. E questo fu devastante, la detonazione si udì nel raggio di molti chilometri e il bilancio finale secondo l'Associazione tra i Familiari delle Vittime della strage alla Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 fu di 85 morti e 200 feriti.


Subito dopo l'attentato, il governo presieduto da Francesco Cossiga, e le forze di polizia attribuirono lo scoppio all'esplosione di una caldaia nel sotterraneo della stazione. Ma nello stesso pomeriggio, quando il presidente della Repubblica Sandro Pertini arriva a Bologna, era già stato trovato il cratere provocato da una bomba. Lo scoppio della caldaia fu soltanto uno dei tanti depistaggi di questa vicenda.


Il più gravi è stato quello organizzato da alcuni vertici del SISMI (sostituito dall'AISE nel 2007). Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte fecero porre sul rapido Taranto-Milano, una valigia piena di esplosivo, dello stesso tipo che fece esplodere la stazione, con al suo interno oggetti personali di due estremisti di destra. Dopodiché, Musumeci produsse il dossier fasullo "Terrore sui treni", in cui riportava gli intenti dei due terroristi internazionali, tutto con l'unico scopo di far chiudere le indagini.


Strage alla Stazione di BolognaIl processo è lento e faticoso, dopo una complicata e discussa vicenda politica e giudiziaria, e grazie alla pressione civile dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 si giunse ad una sentenza definitiva di Cassazione il 23 novembre 1995: vennero condannati all'ergastolo i neofascisti dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l'ex capo della loggia massonica Propaganda Due (P2) Licio Gelli, l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del SISMI Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.


Il 9 giugno 2000 la Corte d'Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio: nove anni di reclusione per Massimo Carminati, estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore del SISMI di Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. Ultimo imputato per la strage è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007. Anche lui continua a dichiararsi innocente. Eventuali mandanti della strage non sono mai stati scoperti.


A causa del protrarsi negli anni delle vicende giudiziarie e dei numerosi comprovati depistaggi, intorno ai veri esecutori e ai mandanti dell'attentato si sono sempre sviluppate numerose ipotesi e strumentalizzazioni politiche divergenti dai fatti processuali che hanno portato alle condanne definitive dei presunti esecutori materiali della strage.


Una delle ipotezzi è un coinvolgimento palestinese (a mano del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e del gruppo Separat) sostenuto da Francesco Cossiga. Lui si dichiara convinto dell'innocenza di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti. Altra ipotezzi arriva dal terrorista rosso Ilic Ramirez Sanchez che sostiene che la comissione Mitrokhin cerca di falsificare la storia e che l'attentato a Bologna è opera della CIA e Mossad, con l'obbiettivo di punire l'Italia per i suoi rapporti stretti con l'OLP.


Guarda il video della puntata di "Blu Notte" sulla strage di Bologna